SCUOLA/ Mauro e Lupi: il merito dei giovani per la qualità della scuola Mario Mauro, Maurizio Lupi

SCUOLA/ Mauro e Lupi: il merito dei giovani per la qualità della scuola Mario Mauro, Maurizio Lupi

mercoledi' 27 luglio 2011


Apprezziamo sinceramente gli sforzi fatti dal ministro Gelmini nel cercar di capire le ragioni e le osservazioni fatte per contribuire alla costruzione del futuro della nostra scuola, e quindi a ricalcolare le previsioni di posti disponibili nella scuola statale di qui a tre anni. I nuovi numeri per la “programmazione degli accessi” ai corsi di laurea magistrale e al TFA abilitante che stanno circolando non rendono pero' ragione della realta' dalle scuole italiane, nelle quali insegnano da anni 129mila docenti non abilitati (sono dati Miur...); legare quei numeri ai soli pensionamenti, infatti, riduce la portata del problema e le possibilita' effettive. Eppoi, dare cifre complessive, senza un’adeguata disaggregazione per classe di
concorso rende difficile valutare la possibilita' reale di attivazione dei corsi. Ma, soprattutto, siamo sempre piu' convinti che occorra spezzare il binomio perverso che lega abilitazione all’insegnamento e reclutamento del personale docente.
Non torneremo qui a spiegare il concetto che sta dietro questa necessaria distinzione, né cosa si nasconde dietro l’affermazione che fornire un’abilitazione corrisponda a promuovere ulteriore precariato. Il ministro Gelmini sa benissimo che abilitare all’insegnamento oggi non implica alcuno sconto o via privilegiata per l’accesso ai ruoli della scuola. Le graduatorie ad esaurimento (GaE) sono ormai, appunto, “ad esaurimento”, e tali debbono restare. E sa pure che l’apertura del canale delle abilitazioni, proprio per questi motivi, non puo' piu' alimentare il precariato.
Questo lo sanno e lo vogliono tenere ben fermo anche i giovani, perché hanno ben presente che, qualora le GaE fossero riaperte a nuovi abilitati, questi ultimi finirebbero inevitabilmente in fondo agli elenchi, ad aspettare passivamente un passaggio in ruolo “automatico” che avverrebbe chissa' quando. Essi resterebbero ad attendere supplenze, contendendosele con gli altri, a fare corsi su corsi per rosicchiare qualche punto, aspettando poi tre anni per poter aggiornare la propria posizione: una storia infinita.
Qualunque riapertura delle GaE produrrebbe solo un’attesa frustrante e, soprattutto, un’umiliante resa alla gerontocrazia dominante (l’Italia, si sa, e' un paese per vecchi...). I giovani che oggi desiderano andare ad insegnare, grazie al cielo, non sono “minus habentes” da tenere sotto tutela; e non sono piu' disposti ad
accettare il meccanismo perverso della “fila dal panettiere” legato alle graduatorie. Vogliono insegnare e sono convinti di poter dimostrare di avere tutti i numeri per farlo bene (magari meglio di piu' “antichi” aspiranti).

Il ministro Gelmini che sul cambiamento della scuola ha giocato tutta la sua credibilita' politica tutto questo lo sa, mentre sembra che la dirigenza del Miur abbia qualche difficolta' ad intendere e a recepire (o non vuole: nostalgia di anacronistici privilegi napoleonici?) la novita' della distinzione tra abilitazione e reclutamento. Per l’apparato e' troppo difficile accettare che l’abilitazione indichi sostanzialmente l’idoneita' all’esercizio di un’attivita' professionale, mentre il reclutamento e solo esso significhi e produca l’effettiva assunzione nei ranghi del sistema nazionale di istruzione. Esso lega indissolubilmente (e
strumentalmente) i due aspetti e non vuole intendere ragioni.
L’abilitazione e' condizione necessaria per l’esercizio della professione, ma l’assunzione in modo stabile puo' avvenire solo a seguito di una specifica procedura concorsuale. Nel nostro sistema di istruzione oggi e' acquisita questa certezza normativa: senza un percorso formativo specifico e senza l’abilitazione alla professione non e' piu' possibile insegnare. L’abilitazione e', per norma, condizione imprescindibile sia per l’accesso ai ruoli delle scuole statali, sia per i contratti a tempo indeterminato nelle paritarie.
Cio' detto, la domanda non e' se “abbiamo bisogno di creare nuovi abilitati”, perché la risposta e' evidentemente affermativa: a fare scuola debbono andare gli abilitati all’insegnamento. Piuttosto c’e' da chiedersi se e' possibile o necessario fare nuovi inserimenti nelle GaE e quali sarebbero le conseguenze di questo. E la risposta, ovviamente, e' assolutamente negativa. Proprio la riapertura delle graduatorie, infatti, alimenterebbe la “fabbrica delle illusioni”, il clientelismo politico-sindacale e, quindi, il precariato, negando nel contempo la libertŕ di insegnamento e di scelta educativa delle famiglie.
Nella tua lettera, cara Mariastella, dici che “una gran parte dei posti disponibili sara' data ai giovani”. Come pensi di poter mantenere questa promessa se non li fai abilitare? I futuri concorsi, che sicuramente stai gia' elaborando, anche nella migliore delle ipotesi potranno concludersi fra un paio d’anni, non domani; ma, soprattutto, saranno destinati esclusivamente ai gia' abilitati (e questi “risiedono” ora nelle GaE). La prima conseguenza del blocco delle abilitazioni sara' lo stop generazionale, accompagnato dalla vanificazione del nuovo regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti. Una procedura ancora tutta da scrivere (concorsi) contro una giŕ disponibile (il TFA transitorio per l’abilitazione), che attende solo di essere attuata, assieme alle nuove lauree magistrali per l’insegnamento, e che rappresenta una
concreta opportunita' per avere titolo a partecipare ai futuri concorsi.
Allora, caro ministro, siccome siamo d’accordo con te quando dici che non vuoi “prendere in giro i ragazzi”, impegniamoci da subito e con chiarezza almeno su questi tre punti:
1. dare a tutti coloro che si sono laureati dopo il 2008 la concreta possibilita' di abilitarsi all’insegnamento utilizzando la norma del TFA transitorio gia' a partire dal prossimo anno accademico. L’accesso al percorso abilitante sia, come previsto, subordinato ad una selezione d’ingresso che alzi l’asticella; i numeri si conterranno automaticamente ed eventualmente sara' la capacita' di accoglienza delle universita' a determinare il limite agli accessi (numeri ragionevoli erano per esempio quelli delle vecchie SISS). Una selezione ed un percorso severi garantiranno insegnanti preparati, i quali, essendo state finalmente e definitivamente congelate le GaE, dovranno costruirsi da sé, in base al proprio potenziale, la personale
storia professionale.
2. comunicare contestualmente, con nettezza e trasparenza, quali sono al momento, per ogni classe di concorso e regione, le reali disponibilita' prevedibili per le assunzioni a tempo indeterminato nel sistema nazionale di istruzione, almeno di qui a tre anni. Il sistema informativo del ministero possiede tutti i dati e gli elementi per fare una tale previsione con sufficiente accuratezza. Si tratta di un’operazione-trasparenza che puo' risolvere le attuali ambiguita' e i conseguenti possibili fraintendimenti, e nel contempo mettere un punto fermo sulle reali prospettive di impiego. I giovani non sono cretini e capiranno; i meno motivati non si sottoporranno nemmeno alla severa trafila per l’accesso al TFA e al
conseguente anno di studio e tirocinio per ottenere un’abilitazione di scarsa spendibilita'.
3. chiarire subito con quali nuove regole concorsuali intendi assumere gli abilitati (vecchi, nuovi e futuri) e far partire prima possibile il reclutamento statale per la relativa parte di disponibilita' di legge (50% dei posti disponibili). I giovani insegnanti neoabilitati non rifiuteranno l’opportunita' di entrare subito stabilmente nell’insegnamento e accetteranno di sottoporsi a prove basate su competenza e merito (pur avendo gia' sudato la propria abilitazione nel TFA).
Cosi' al ministro Gelmini non andra' solo il giusto merito di aver avviato una delle riforme ordinamentali piu' attese, piu' apprezzate e necessarie (quella delle superiori), ma anche quello di aver finalmente introdotto un serio sistema di formazione e abilitazione all’insegnamento accanto ad un altrettanto serio e trasparente sistema di reclutamento alla professione docente. In caso contrario, bloccando le abilitazioni, sara' ricordato come il ministro che ha ucciso il futuro di ben piu' di tre generazioni di giovani insegnanti.
Un nota bene finale. E' noto che la norma impone alle scuole paritarie - giustamente - di assumere personale abilitato, pena la revoca della parita'. Molte di queste scuole, in questi dieci anni di vacanza concorsuale e dopo il blocco delle SSIS hanno assunto con contratti temporanei giovani neolaureati non abilitati. Per favore, non si parli di “abilitazione riservata” per questi insegnanti perché queste scuole non sono riserve indiane da proteggere, ma l’unica espressione nel panorama scolastico nazionale della liberta' di scelta educativa delle famiglie. Facendo parte a tutti gli effetti del sistema nazionale di istruzione - oltre a contribuire non poco, con i loro costi ridotti, al contenimento della spesa pubblica statale - esse
rappresentano al suo interno un riferimento educativo fondamentale. Purtroppo, pero', sono anche il punto piu' facilmente attaccabile sotto il profilo ideologico. Bene, come sempre, Mariastella, continuiamo con il metodo che abbiamo sempre condiviso e che ha fatto apprezzare l’azione del nostro governo: chiarezza e trasparenza, non battaglie ideologiche.

 

Dal Coordinamento Nazionale :

Cari colleghi

i punti salienti e le parti che ci riguardano di questa lettera inviata dall' on. Lupi alla ministra Gelmini li abbiamo evidenziati, e ovviamente prendiamo l'impegno di prendere contatti con L'On Lupi e, oltre a dargli elementi approfonditi sulla reale situazione delle Graduatorie a Esaurimento, chiedergli di chiarirci meglio il suo pensiero, secondo il quale tutti gli abilitati sono gia' in GaE. 

Condivisibile la sua preoccupazione sugli abilitati e abilitandi futuri, ma non si puo' certo ignorare gli abilitati e abilitandi del presente, dunque, ci sorprendiamo, visto che l' On. Lupi si interessa di "cose di scuola" ,che di noi se ne sia dimenticato e non ci abbia citato nella sua missiva.

Con pazienza e fiducia, Il Coordinamento cerchera' di far pervenire sulla scrivania dell' On. Lupi tutta la documentazione che potra' consentirgli di ripianare quella "insospettabile lacuna" sulla reale situazione dei docenti italiani e delle GaE.

Staremo a vedere se poi la sua idea riguardo la "cristallizzazione"  delle GaE (dobbiamo capire se la auspica prima o dopo il ns. eventuale inserimento) rimarra'  "cristallizzata".